Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Napoli
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Dossier sulla Terra dei Fuochi: intervista al Dott. Pasquale Crispino

In data 11 Marzo l’attuale governo ha presentato un dossier sulla Terra dei Fuochi: incrociando i dati disponibili, sono stati individuati 51 siti a rischio, corrispondenti ad appena lo 0.14% del territorio della Campania. Mediante decreto interministeriale è stata vietata la vendita dei prodotti ortofrutticoli provenienti dai siti individuati: “Da subito bloccheremo la vendita dei prodotti ortofrutticoli dei terreni dei 51 siti che sono stati classificati a rischio”, ha dichiarato il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina.
Abbiamo intervistato in merito il Dott. Pasquale Crispino, dell’ordine degli agronomi di Napoli, per sapere qual è la loro opinione su questa iniziativa del governo e che effetti potrà avere sulle attività di chi fa impresa coltivando la terra, anche in relazione alla nota vicenda dei sequestri dei fondi agricoli nel comune di Caivano.
 
Dott. Crispino, qual è la vostra prima impressione circa il dossier presentato dal governo?
 
Possiamo dire che si tratta di una prima scrematura della mole di dati relativi alla questione ambientale in Campania, e un aspetto positivo di tale iniziativa è sicuramente quello di tranquillizzare l’opinione pubblica circa la reale situazione dell’agricoltura campana. Sui 51 siti a rischio individuati tuttavia va subito fatta una precisazione: si tratta di siti già individuati da tempo e dunque posti sotto sequestro.
 
E l’annuncio del governo di bloccare immediatamente la vendita dei prodotti provenienti da questi siti?
 
I siti a rischio indicati dal governo erano già posti sotto sequestro e dunque non coltivati: da quei campi non arrivavano più prodotti agricoli sul mercato da molto tempo”.
 
Entrando nel merito della questione, quale effetto pratico potrà avere sull’agricoltura campana la suddivisione dei terreni in 5 classi di rischio?
 
In primo luogo bisogna capire come funzionano tali classi di rischio: la tabella del governo individua due criteri, uno per gli inquinanti (CSC: Concentrazione Soglia di Contaminazione) ed un altro per gli elementi naturalmente presenti nei terreni (VFN: Valori di Fondo Naturale). Rientrano ad esempio nella prima classe tutti i terreni per i quali i valori di un dato elemento naturale o inquinante sono al massimo il doppio del valore limite indicato dal CSC o dal VFN. 
La tabella non quantifica, non indica a quanto devono ammontare tali valori soglia: ma nel caso dei sequestri operati a Caivano, se anche prendessimo come punto di riferimento i valori molto restrittivi indicati dalla 152 per elementi come il Berillio o altri minerali, quei terreni rientrerebbero in prima classe”.
 
Dunque riassumendo: la tabella indica dei generici valori soglia senza ancora specificarne il valore esatto, ma se anche i limiti fossero quelli indicati dalla 152/2006, utilizzando tali criteri indicati dal governo a Caivano non ci sarebbero stati sequestri?
 
Sì, stando a tali criteri i terreni sequestrati a Caivano sono a rischio zero, sia se utilizziamo come valori di riferimento le tabelle degli studi sui SIN sia anche se utilizziamo quelli della 152.
Un’apposita commissione interministeriale dovrà entro 90 giorni dirci quali sono esattamente tali valori soglia, ovvero presentare le nuove tabelle per le matrici acque e terreni. Ricordiamo infatti che la legge 152 non indica quali sono i valori soglia per i terreni destinati all’agricoltura:  i sequestri di Caivano sono stati operati facendo riferimento ai valori relativi ai terreni destinati all’edilizia … una lacuna legislativa che in 8 anni non è mai stata colmata. Ma la vera vittoria per noi è un’altra: letto tra le righe, il dossier interministeriale conferma ciò che noi abbiamo denunciato da sempre e per lo più inascoltati, ovvero che quelli della 152 non sono parametri utilizzabili per l’agricoltura, e appellarsi a tale legge per effettuare i sequestri è stata una evidente forzatura
. “
 
Bisogna aspettare la pubblicazione delle nuove tabelle entro tre mesi?
 
“Sì, ed un’altra partita importante si gioca sulla cosiddetta classe due: si tratta di aree dove potenzialmente si potrebbero avere problemi in quanto localizzate in prossimità di punti critici, come discariche ma anche grandi arterie di comunicazione come le autostrade. Anche qui resta da quantificare a quale distanza dai suddetti punti critici sarà possibile coltivare: non vorremmo trovarci nella paradossale situazione per cui in Campania tale fascia di rispetto fosse, ad esempio, di 100 metri dall’autostrada Napoli Roma, e invece appena superato il confine con il Lazio la stessa si riducesse a pochi metri.”
 
Cosa pensate del fondo di 50 milioni di euro promesso da Caldoro da destinare all’agricoltura per controlli ed analisi aggiuntive?
 
“Nello specifico non ne sappiamo ancora nulla. In ogni caso in generale le analisi aggiuntive riguardano i terreni classificati nelle fasce successive alla prima: il principio è che si può produrre su questi terreni se analisi effettuate sui prodotti dagli enti preposti dimostrano che gli stessi sono sani. L’istituto Superiore della Sanità ha infatti più volte ribadito che, affinché un dato prodotto agricolo sia commerciabile oppure no, la prova discriminante è data dall’analisi sui prodotti. Detto in altri termini, ciò che più conta è sapere se il prodotto è sano oppure no. Nel frattempo siamo in attesa della sentenza di appello per l’imprenditore Capasso, coinvolto nella vicenda dei sequestri effettuati a Caivano in base all’analisi delle acque dei pozzi: avremo risposta lunedì 17, e speriamo che tutto vada per il meglio”.